“E così tu saresti una specie di vampiro.” Disse la donna tenendo la sigaretta tra le dita della mano destra e l’accendino nella sinistra. La fiamma le illuminava il volto delicatamente mettendo in risalto la superficie liscia della pelle del viso. La metà del volto illuminata dalla fiamma aveva un’espressione quasi divertita. Cercava di non ridere ma gli angoli della bocca le andavano irresistibilmente all’insù formando un sorriso soffocato che la rendeva ancora più attraente.
“La parola vampiro è stata molto abusata negli ultimi anni, tutti quanti si nutrono di qualcosa, tu ti nutri di carne rossa e vino, io invece mi nutro di emozioni, questo non fa di me un mostro ma solo un animale diverso”. La voce dell’uomo riempiva la stanza facendo vibrare gli oggetti di vetro, non che fosse potente ma aveva una frequenza che sembrava entrare in risonanza con quello che lo circondava, come il motore di una Cadillac tenuto al minimo, o come un ohm di un monaco tibetano.