L’idea del logo nasce da un’insieme di motivazioni che mi porto dietro da un sacco di tempo. Prima di tutto “Tako” è la storpiazione del mio cognome da parte del gruppo di amici di riferimento nel periodo tardo adolescenziale. Negli anni dell’adolescenza in cui si sa, poco si capisce del mondo e in cui la ricerca di se stessi è al centro di ogni scelta di vita, l’avere un soprannome non è del tutto inusuale. Il far parte di un gruppo abbastanza eterogeneo e in cui ogni identità era sottolineata da atteggiamenti e modi di vivere il più possibili anticonformisti, la ricerca di un nome diverso da quello di battesimo diventava indispensabile. In quel periodo poi, la mia massa corporea ben diversa da quella di oggi mi ha regalato l’appellativo di “Big Tako”. Poteva andarmi peggio. La cosa buffa è che ho scoperto molto tardi che tako è la traduzione giapponese di “polipo”! Sono sempre affascinato dall’oriente e la cosa mi è piaciuta subito.
Il polipo è simbolo di intelligenza, i tentacoli che si insinuano dappertutto somigliano alle tante passioni che ho, le sue capacità di cambiare forma, ma di rimanere sempre invisibile mi affascinano. Il polipo forse sarebbe il mio animale guida nella grotta se credessi negli animali guida. Per non parlare delle mie ossessioni che qui confesso a volte offuscarmi la mente in modo spaventoso, dovendole rappresentare le farei a forma di tentacoli.
Trent’anni passati e la ricerca di se stessi non è nemmeno cominciata, ma diamine, sono un grafico, ho bisogno di un logo che mi contraddistingua. prendo matita e carta e eccolo, viene fuori un polipetto simpatico con gli occhiali. Sono io, ma più figo!